La Vespa crabro è il comune calabrone nostrano, molto diffuso in Italia e in tutta Europa. Chiamato anche cravunaro rosso, è la più grande tra le tipologie di vespe europee e, fino al 2020, anche del Nord America, dove è presente dal 1800 e dove, solo di recente, è arrivato dall’Asia un vespide più grande, la Vespa mandarinia (chiamata anche Vespa gigante asiatica).
Vespa crabro è un insetto sociale, cioè capace di un livello avanzato di organizzazione in cui una singola femmina prolifera e gli esemplari non riproduttivi cooperano nella cura di quelli più giovani.
Classe: Insetti
Ordine: Imenotteri
Famiglia: Vespidi
Genere: Vespa
Specie: Vespa orientalis (Linnaeus, 1771)
Nome comune: Calabrone orientale
Regine: circa 25–30 mm
Operaie: circa 18–25 mm
In Italia: presente storicamente nelle regioni meridionali Sicilia, Sardegna, ad oggi anche nel Lazio, Campania e in diverse regioni risalendo l’Italia: Toscana, Sardegna, Liguria, Friuli Venezia-Giulia.
Nel mondo: diffusa in Medio Oriente, Nord Africa, Balcani, Caucaso, Asia centrale e meridionale (India, Pakistan), e fino all’Asia occidentale.
Il calabrone orientale è riconoscibile per la livrea particolare, dominata da un colore rosso-bruno sul corpo e da ampie bande giallo vivo sull’addome. La testa è anch’essa rosso-bruna, con mandibole robuste e ben visibili. Le ali tendono al marrone scuro e riflettono una sfumatura ambrata alla luce. Le zampe sono anch’esse rossastre, con tonalità più chiare verso le estremità. L’aspetto complessivo è più chiaro e contrastato rispetto ad altre specie di calabroni, il che lo rende piuttosto facile da distinguere a colpo d’occhio.
Le operaie della Vespa orientalis si nutrono soprattutto di sostanze zuccherine, che cercano nei fiori, nella frutta matura e persino vicino a scarti alimentari. Le larve, invece, ricevono cibo proteico: per questo motivo gli adulti predano altri insetti da riportare al nido. Tra le prede rientrano cavallette, mosche e purtroppo anche api, con conseguenze pesanti per gli alveari e per la produzione di miele nelle zone dove questa specie è ben insediata.
Le regine
Le nuove regine che superano l’inverno si risvegliano in primavera alla ricerca di zuccheri, indispensabili per recuperare energie dopo i mesi di invernamento. È il momento in cui cominciano a cercare un luogo riparato dove fondare la nuova colonia.
I nidi della Vespa orientalis sono costruiti con una sorta di “carta” ricavata masticando fibre vegetali. I nidi primari, piccoli e dal diametro di pochi centimetri, si formano in primavera e servono come base per la nuova colonia. Con l’avanzare della stagione la regina e le operaie sviluppano nidi secondari, molto più grandi e complessi, che possono raggiungere e superare i 50 cm di diametro.
A differenza della velutina, l’orientalis predilige luoghi riparati: intercapedini di edifici, tetti, soffitte, cantine, ma anche cavità naturali nel terreno o nei muri. Gli ingressi del nido sono in genere laterali.
Un nido maturo di Vespa orientalis può ospitare diverse migliaia di individui, con la popolazione che raggiunge il massimo tra fine estate e inizio autunno. È in questo periodo che la pressione sugli alveari diventa più forte e le colonie mostrano il loro massimo potenziale predatorio.
Primavera
Le giovani regine, sopravvissute all’inverno in rifugi riparati, escono dall’invernamento. Si nutrono di sostanze zuccherine per recuperare energie e iniziano la costruzione di un piccolo nido primario. Qui depongono le prime uova, che daranno vita alle prime operaie.
Estate
Con l’arrivo delle prime operaie, la regina smette di occuparsi dei lavori manuali e si dedica esclusivamente alla deposizione delle uova. Le operaie prendono in carico l’ingrandimento del nido, la raccolta del cibo e la cura delle larve. La colonia cresce rapidamente e può contare migliaia di individui.
Fine estate – autunno
La colonia raggiunge la massima espansione. È il momento in cui vengono prodotte nuove regine e i maschi destinati all’accoppiamento. In questo periodo la pressione predatoria sugli alveari e sugli altri insetti è più alta.
Autunno inoltrato
La vecchia regina, le operaie e i maschi muoiono. Solo le nuove regine fecondate sopravvivono, cercando un rifugio sicuro (spesso nel terreno, ma anche in intercapedini o altri luoghi riparati) dove trascorrere l’inverno.
Inverno
La colonia scompare: resta solo la generazione di regine invernanti, che in primavera daranno inizio a un nuovo ciclo.
Vespa orientalis non è una specie protetta.
La Vespa orientalis crea problemi diretti e indiretti all’agricoltura. Da un lato attacca la frutta matura — fichi, uva, pere, mele — rendendo i frutti inutilizzabili e attirando altre vespe o insetti indesiderati. Dall’altro, predando le api, riduce la capacità di impollinazione: meno api significa meno fiori fecondati e quindi raccolti più scarsi. Per gli agricoltori questo si traduce in una doppia perdita: frutta rovinata e produzione generale compromessa.
La convivenza con Vespa orientalis è tutt’altro che semplice, soprattutto in città. I nidi vengono costruiti in intercapedini, sottotetti, garage o perfino dentro i cassonetti dell’immondizia. Le punture sono dolorose e possono essere pericolose per chi è allergico, fino a provocare shock anafilattico. Anche senza arrivare a questi casi estremi, la sola presenza di un nido vicino a case, scuole o giardini pubblici genera paura e rende impossibile vivere serenamente certi spazi.
Iscriviti e ricevi subito un coupon di € 5
da utilizzare nel nostro shop online
Scopri il nostro videocorso gratuito
DIFESA EFFICACE di Orto e Frutteto
Tanti consigli pratici per prevenire le infestazioni di insetti dannosi in modo ecologico – con Pietro Isolan