TRAPPOLE SELETTIVE PER INSETTI DANNOSI VOLANTI E LUMACHE

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MOSCA DELL’OLIVO

Bactrocera Oleae

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MOSCA DELL’OLIVO

La Bactrocera oleae, molto ben diffusa in tutto il Mediterraneo, è arrivata nel nostro paese dapprima sulle zone costiere per poi diffondersi nell’interno collinare, probabilmente a causa del cambiamento climatico favorevole alla sua diffusione. In olivicoltura è considerato il parassita più infestante in grado di influire significativamente sulla produzione di olive. È presente solitamente dal mese di giugno fino all’ultimo raccolto autunnale.

Table of Contents

Classificazione

CLASSIFICAZIONE

Classe: Insetti
Ordine: Ditteri
Famiglia: Tefritidi
Genere: Bactrocera (R.)
Specie: Bactrocera Oleae (R.)
Nome comune: Mosca dell’olivo

DIMENSIONI

Adulti: 4-5 mm
Pupe: 3,5-4,5 mm
Larve mature: 6-7 mm

DOV’È INSEDIATA

La mosca olearia è presente in tutte le zone olivicole del mondo ad eccezione dell’Australia e del Sud America. Molto ben insediata  nel bacino del Mediterraneo, la troviamo soprattutto in zone costiere o con clima più umido. Nelle aree con altitudine maggiore il clima non ne favorisce lo sviluppo, mentre dove le temperature invernali risultano più miti, le pupe sopravvivono prolungando, così, il periodo riproduttivo dell’insetto.

TRATTI DISTINTIVI

La mosca olearia ha fattezze e dimensioni molto simili alle altre mosche della frutta, ma ha un corpo che non presenta le solite fasce e linee ma piuttosto macchie dai riflessi particolarmente variopinti. Ha un’apertura alare di circa 12mm alle cui estremità è appena percepibile una macchia scura che la distingue dagli altri ditteri. Gli adulti femmine hanno il capo giallastro con due macchie circolari evidenti sotto le antenne.

NUTRIMENTO

È una specie carpofaga: si nutre di frutti. Le sue larve si nutrono della polpa della drupa scavando gallerie.

CICLO DI VITA

La mosca compie da 1 a 4-5 generazioni all’anno e questo dipende fortemente dalle temperature. Zone costiere e/o meridionali: il clima più caldo-umido ne favorisce lo sviluppo e si possono contare fino a 5 generazioni all’anno. Zone olivicole settentrionali: i maschi adulti possono resistere anche alle basse temperature e risultano, quindi, più longevi: si arriva in questi casi ad avere anche tre generazioni quando piogge primaverili e umidità creano un clima favorevole alle femmine altamente feconde.

DANNI

I danni che la mosca olearia contribuisce a creare incidono sulla salute della pianta così come sulla produzione di olive e, conseguenza di forte importanza, sulla produzione dell’olio. La mosca depone le uova nelle olive quando raggiungono la dimensione di un cece. Le larve schiuse si nutrono della polpa del frutto, rovinandolo e causando una cascola precoce. Ciò costituisce uno dei fattori più incisivi per la compromissione della qualità dell’olio, che risulta più acido e si ossida più facilmente. I tunnel che le larve scavano nutrendosi della polpa dell’oliva, inoltre, sono talvolta causa di maggior incidenza di problemi legati alle malattie dell’olivo poiché creano un ambiente favorevole al proliferare di funghi e batteri  che accelerano la decomposizione della polpa dell’oliva.
Problemi di questo tipo non sono legati tanto agli attacchi della mosca olearia di prima generazione (primavera), quanto piuttosto ai casi in cui la mosca compia più generazioni dall’estate all’autunno (fattore strettamente legato al microclima dell’appezzamento e al meteo di stagione). Sono, quindi, considerati una causa  indiretta del peggioramento della qualità dell’olio. La deteriorazione della drupa, infatti, è dovuta principalmente all’azione di funghi e batteri che penetrano dal foro d’uscita della larva, accelerate in condizioni di elevata umidità. Vale sempre la pena ricordare i danni al raccolto del 2014 che, a causa di una quantomai forte presenza della mosca assieme a pessime condizioni meteorologiche stagionali, fu quasi azzerato compromettendo totalmente la produzione di olio d’oliva.

METODO DI DIFESA

La frequenza e l’intensità delle infestazioni della mosca dell’olivo sono definitivamente legate all’andamento climatico e in scarsa misura alla presenza di antagonisti naturali. Gli inverni più miti portati dal cambiamento climatico pare abbiano inciso anche sulla biologia della mosca, pertanto in primavera ne notiamo una presenza più massiccia rispetto ad anni addietro. Sono infatti gli inverni più miti a favorire il prolungarsi della stagione riproduttiva della mosca (con conseguente aumento della popolazione primaverile). Per contro, però, temperature estive più elevate contribuiscono ad aumentare la mortalità delle larve.
La strategia che si rivela più vincente è quella in due fasi:
azione curativa larvicida
– lotta adulticida con trappole alimentari

Trappole selettive per mosca dell’olivo

FONTI

Climaesostenibilità.it

Questa pagina è stata scritta e redatta da Maura Rizzo

Classificazione

Classe: Insetti
Ordine: Ditteri
Famiglia: Tefritidi
Genere: Bactrocera (R.)
Specie: Bactrocera Oleae (R.)
Nome comune: Mosca dell’olivo

Dimensioni

Adulti: 4-5 mm
Pupe: 3,5-4,5 mm
Larve mature: 6-7 mm

Dov’è insediato

La mosca olearia è presente in tutte le zone olivicole del mondo ad eccezione dell’Australia e del Sud America. Molto ben insediata  nel bacino del Mediterraneo, la troviamo soprattutto in zone costiere o con clima più umido. Nelle aree con altitudine maggiore il clima non ne favorisce lo sviluppo, mentre dove le temperature invernali risultano più miti, le pupe sopravvivono prolungando, così, il periodo riproduttivo dell’insetto.

Tratti distintivi

La mosca olearia ha fattezze e dimensioni molto simili alle altre mosche della frutta, ma ha un corpo che non presenta le solite fasce e linee ma piuttosto macchie dai riflessi particolarmente variopinti. Ha un’apertura alare di circa 12mm alle cui estremità è appena percepibile una macchia scura che la distingue dagli altri ditteri. Gli adulti femmine hanno il capo giallastro con due macchie circolari evidenti sotto le antenne.

Nutrimento

È una specie carpofaga: si nutre di frutti. Le sue larve si nutrono della polpa della drupa scavando gallerie.

Ciclo di vita

La mosca compie da 1 a 4-5 generazioni all’anno e questo dipende fortemente dalle temperature. Zone costiere e/o meridionali: il clima più caldo-umido ne favorisce lo sviluppo e si possono contare fino a 5 generazioni all’anno. Zone olivicole settentrionali: i maschi adulti possono resistere anche alle basse temperature e risultano, quindi, più longevi: si arriva in questi casi ad avere anche tre generazioni quando piogge primaverili e umidità creano un clima favorevole alle femmine altamente feconde.

Danni alle colture

I danni che la mosca olearia contribuisce a creare incidono sulla salute della pianta così come sulla produzione di olive e, conseguenza di forte importanza, sulla produzione dell’olio. La mosca depone le uova nelle olive quando raggiungono la dimensione di un cece. Le larve schiuse si nutrono della polpa del frutto, rovinandolo e causando una cascola precoce. Ciò costituisce uno dei fattori più incisivi per la compromissione della qualità dell’olio, che risulta più acido e si ossida più facilmente. I tunnel che le larve scavano nutrendosi della polpa dell’oliva, inoltre, sono talvolta causa di maggior incidenza di problemi legati alle malattie dell’olivo poiché creano un ambiente favorevole al proliferare di funghi e batteri  che accelerano la decomposizione della polpa dell’oliva.
Problemi di questo tipo non sono legati tanto agli attacchi della mosca olearia di prima generazione (primavera), quanto piuttosto ai casi in cui la mosca compia più generazioni dall’estate all’autunno (fattore strettamente legato al microclima dell’appezzamento e al meteo di stagione). Sono, quindi, considerati una causa  indiretta del peggioramento della qualità dell’olio. La deteriorazione della drupa, infatti, è dovuta principalmente all’azione di funghi e batteri che penetrano dal foro d’uscita della larva, accelerate in condizioni di elevata umidità. Vale sempre la pena ricordare i danni al raccolto del 2014 che, a causa di una quantomai forte presenza della mosca assieme a pessime condizioni meteorologiche stagionali, fu quasi azzerato compromettendo totalmente la produzione di olio d’oliva.

Metodo di difesa

La frequenza e l’intensità delle infestazioni della mosca dell’olivo sono definitivamente legate all’andamento climatico e in scarsa misura alla presenza di antagonisti naturali. Gli inverni più miti portati dal cambiamento climatico pare abbiano inciso anche sulla biologia della mosca, pertanto in primavera ne notiamo una presenza più massiccia rispetto ad anni addietro. Sono infatti gli inverni più miti a favorire il prolungarsi della stagione riproduttiva della mosca (con conseguente aumento della popolazione primaverile). Per contro, però, temperature estive più elevate contribuiscono ad aumentare la mortalità delle larve.
La strategia che si rivela più vincente è quella in due fasi:
azione curativa larvicida
– lotta adulticida con trappole alimentari

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