TRAPPOLE SELETTIVE PER INSETTI DANNOSI VOLANTI E LUMACHE

VESPA ORIENTALIS: EMERGENZA IN CRESCITA E DIFESE POSSIBILI

Vespa Orientalis

Negli ultimi anni gli allarmi sui predatori di api sono stati tutti dedicati a Vespa velutina, il calabrone asiatico che minaccia l’apicoltura e che ha monopolizzato titoli e discussioni dal 2014. Nel frattempo, un’altra vespa protagonista si è fatta strada nelle cronache locali ed è ormai una presenza fissa: la Vespa orientalis. Nidi scoperti in centro a Roma, allarmi negli alveari, segnalazioni crescenti da diverse regioni. Non è un fenomeno passeggero, ma il segno che questo insetto si sta adattando sempre meglio alle nostre città e campagne. E proprio qui sta il punto: la sua diffusione ci riguarda da vicino non solo perché mette in difficoltà le api, ma perché predilige le città, dove può creare problemi di sicurezza per chi vive o lavora all’aperto.

 


Io sono Maura e mi occupo di come migliorare orto e frutteto per limitare le infestazioni di insetti dannosi. In questo articolo vediamo perché la Vespa orientalis è considerata un’emergenza in crescita e quali strumenti concreti abbiamo a disposizione per difenderci.


 

Perché la Vespa orientalis è un problema

  • Minaccia per le api: attacca alveari e bottinatrici al ritorno dal volo. Le colonie si indeboliscono, producono meno miele e rischiano di non sopravvivere all’inverno. Ne abbiamo parlato anche qui.
  • Rischio per l’uomo: è attratta dai rifiuti e dal cibo, anche da quello per cani e gatti, come i croccantini, ecco perché non trova difficoltà ad installarsi in ambienti urbani. Costruisce nidi in intercapedini, tetti e persino case. A Roma, negli ultimi anni, le segnalazioni sono aumentate in modo impressionante: dai palazzi del centro storico fino ai quartieri periferici.
  • Impatto su orti e frutteti: più predatori e meno api significa meno impollinazione. Nel tempo questo si traduce in raccolti più scarsi e in un equilibrio ecologico più fragile.

Da dove arriva e dov’è installata oggi

La Vespa orientalis è un calabrone che fa parte della nostra fauna da tempo ed è quindi una specie autoctona – a differenza di V. Velutina che è una specie invasiva non autoctona (alloctona) inserita nella “black list” UE contro le specie esotiche invasive.

Fino a pochi anni fa era segnalata in modo stabile soprattutto nelle regioni del Sud Italia, ma da qualche anno i ritrovamenti si sono estesi fino al nord, probabilmente a causa dei cambiamenti climatici e dell’aumentare delle temperature (è ancora solo un’ipotesi). La V. orientalis, infatti, è un insetto termofilo, ovvero in grado di vivere e riprodursi a temperature comprese tra i 40 e i 70 gradi. Questo spiega perché sia maggiormente presente nelle zone del centro-sud Italia, dove le estati sono torride e gli inverni miti – ed ecco altresì spiegato il perché ad oggi si stia spostando anche verso nord dove abbiamo ritrovamenti a Trieste, Genova, Livorno, Grosseto e Cagliari.

(Una curiosità: in Sardegna il genere Vespa è arrivato di recente, circa da una dozzina di anni, non da secoli come nel resto d’Italia. La popolazione sarda ha tutto il diritto di chiamare le vespe una specie aliena…)

Chi è la Vespa orientalis?

Qualche breve accenno per tenere sempre a mente che una lotta efficace inizia con il conoscere le abitudini dell’infestante (puoi approfondire la scheda tecnica di questo calabrone qui – link)

La V. orientalis, che troviamo anche in Nord Africa, Medio Oriente e Madagascar – consulta la mappa aggiornata – è simile alla vespa crabro, il nostro calabrone europeo. Come si vede dalla foto, è di color rossiccio mattone con una sola banda gialla sull’addome, nella quale, curiosità, è presente la xantopterina, un pigmento capace di assorbire energia solare. In pratica, queste vespe riescono a sfruttare la luce del sole come una risorsa per attivarsi. Infatti sembrano essere più operative nel pomeriggio inoltrato, quando il sole è ancora forte, al contrario di altri calabroni che preferiscono le ore fresche del mattino o della sera per evitare il caldo eccessivo (scommetto che molti di voi hanno già avuto visite notturne di calabroni attirati dalla luce in giardino o in balcone).

E’ pericolosa per l’uomo? Si, se la si infastidisce o se sente il suo nido minacciato. Il suo veleno non è comunque peggiore di quello del calabrone e non risulta essere più aggressiva.

E’ pericolosa per le api? Si, perché le api costituiscono il cibo proteico di cui ha bisogno per nutrire la prole al nido, per cui in alcuni periodi dell’anno dà loro la caccia. Per V. orientalis, trovarsi davanti ad un alveare è come essere all’ingresso di un supermercato.

Ma cosa fanno le Vespe orientalis?

Ecco brevemente spiegato come vivono durante l’anno:

  • In primavera: le giovani regine sopravvissute fondano nuovi nidi, dando inizio a un nuovo ciclo fatto di diverse colonie.
  • In autunno: il nido produce solo più maschi e nuove regine, che si accoppiano.
  • In inverno: sopravvivono solo le nuove regine fecondate, abbandonano il nido e si rifugiano in anfratti, entrando in uno stato di invernamento (detto quiescenza) fino a primavera.
  • Il resto della colonia (operaie sterili, maschi, vecchia regina) muore, soprattutto a causa del freddo e della mancanza di risorse*.

*Una precisazione: non è tanto il gelo diretto a uccidere gli altri individui, quanto la combinazione di mancanza di cibo, stress climatico e fisiologia del ciclo vitale. Le operaie e i maschi non sono “programmati” per vivere più a lungo, anche se l’inverno fosse mite.

Cosa dobbiamo sapere per difenderci

Come le altre vespe, le orientalis funzionano un po’ come le api e le formiche: vivono insieme, organizzate in colonie (sono insetti eusociali). C’è una regina che depone le uova e un esercito di operaie sterili che si occupano di tutto il resto: costruire il nido, accudire le larve, difendere la colonia. 

Quanti esemplari ha una colonia di vespe? Facendo una media tra le varie specie di vespe europee (polistes, crabro, orientalis, germanica…), nell’arco di una stagione una regina di Vespa può mettere al mondo anche duemila o tremila operaie. Non sono però tutte presenti nello stesso momento: ogni operaia vive in media circa un mese. Così, mentre alcune muoiono, altre nascono e prendono il loro posto. Il risultato è che un nido maturo non ospita mai migliaia di vespe contemporaneamente, ma di solito qualche centinaio di operaie attive. Ma attenzione: il nido ospita una colonia dietro l’altra da marzo a ottobre (…è lunga, eh?!), mentre altri nidi si esauriscono prima, magari a causa della scarsa fertilità della regina, o per via di predatori, o mancanza di risorse o, ancora, a causa di malattie e parassiti. 

IMPORTANTE! Il punto è che finché un nido resta attivo, il problema non si risolve alla radice. La prima cosa da fare è sempre intervenire con il trappolaggio, che è fondamentale perché permette di catturare le vespe operaie e proteggere la frutta sulle piante. Ma resta sempre un lavoro a valle. È un po’ come chiudere la stalla quando i buoi sono già usciti: utile, ma non basta a fermare la sorgente del problema.

Cosa fare nel concreto

Oltre al trappolaggio, le cose fondamentali da fare sono due:

  1. Individuare i nidi ed eliminarli
    Rimuovere un nido di vespe, dentro o fuori da un edificio, è un’operazione rischiosa e non va mai affrontata con il fai-da-te: le vespe percepiscono ogni minaccia come un attacco e reagiscono pungendo. Le punture sono dolorose e, per chi è allergico, anche una sola può provocare shock anafilattico. Rivolgiti sempre a ditte specializzate.

  2. Evitarne la diffusione
    Il modo migliore è impedire che nascano nuove colonie, questo può avvenire in due modi:
    – evitando il più possibile gli accoppiamenti
    – eliminando le regine sia in primavera che in autunno

Quale tipo di trappolaggio?

Innanzitutto è fondamentale non usare prodotti chimici: qualunque tipo di insetto ucciso chimicamente può essere cibo per altri animali o uccelli che ne resterebbero avvelenati. Usa sempre trappole ad esca alimentare e riciclabili, come Tap Trap e Vaso Trap, per non impattare sull’ambiente e per poterle tenere attive tutto l’anno in maniera efficace ed economica.

Comincia il trappolaggio sempre in primavera. È in quei primi giorni di sole di fine inverno a inizio marzo, che le regine fecondate mesi prima si risvegliano dal letargo e iniziano a fondare nuovi nidi. Da lì in poi il trappolaggio non si deve più fermare fino ad autunno inoltrato.

Usa esche agrodolci. Le vespe cercano zuccheri. È il loro carburante. In estate li trovano nella frutta matura – infatti i frutteti diventano un luogo affollato – ma in primavera invece la frutta non c’è e le regine hanno bisogno di energia per ripartire. È in quel momento che la trappola funziona meglio.

Usa Tap Trap che si vede da lontano, grazie al suo colore acceso. Le vespe lo scambiano per un frutto, si avvicinano, sentono l’odore dell’esca ed entrano. Ma quando bagnano le ali nell’esca, non riescono più a volare via. Qui abbiamo spiegato come funziona Tap Trap.

Ogni regina catturata equivale a un nido in meno nella nostra zona.

Durante quelle settimane, le regine che riescono a costruire il nido, crescono la prima colonia, quindi avremo in circolazione già i primi esemplari. Ecco perché è importante avere sempre le trappole in campo e le esche attive.

Tutti i consigli e le ricette per esche le trovi qui per Tap Trap e qui per Vaso Trap.

Ma in città come faccio?

Ecco un punto importante. Le trappole ad esca alimentare con attrattiva cromotropica come Tap Trap e Vaso Trap non sono adatte a contesti urbani, ma funzionano nella vegetazione. Quindi: 

  • NO a trappole appese ai balconi o poggiate sui balconi (qualcosa catturano, ma la loro efficacia non è sfruttata).
  • SI a trappole appese agli alberi dei viali, dei giardini, alle siepi. 

Perché? Ecco una spiegazione semplice: le vespe che trovano vicino al loro nido una trappola, sceglieranno sempre il nido e non andranno nella trappola. Ma le vespe non volano solo attorno al nido, una ovvietà che andava detta: per quanto possano essere attratte da altre cose, cercano sempre vegetazione ed è li che la lotta deve iniziare in primavera e proseguire.

Le alternative nel trappolaggio urbano

Noi consigliamo di agire con trappole a colla: non sono trappole selettive, a differenza di quelle ad esca alimentare, e proprio per questo sono più adatte anche a contesti lontani dalla vegetazione, ma vanno usate con attenzione perché qualunque tipo di insetto può venire catturato, comprese le api. Va posta molta attenzione a non posizionarle vicino a luoghi in cui le piante sono in fioritura o nei pressi di alveari. Dai un’occhiata a Sfera Trap. Nella zona di Roma, è una trappola a colla che sta avendo parecchio successo.

 

Conclusioni

La Vespa orientalis non è una comparsa di passaggio: è ormai parte del nostro paesaggio urbano e rurale. Ignorare il problema significa lasciare campo libero a un insetto che mette a rischio le api e può rendere più difficile la convivenza nelle nostre città. Non è possibile eliminarla del tutto ma possiamo ridurne la presenza e limitare i danni.

Segnala subito la presenza di Vespa orientalis, o anche solo se hai il dubbio di averla catturata con le trappole, facendo una foto e inviandola per chiarimenti: 

  • Al Comune o all’ASL di competenza, che hanno protocolli dedicati.

  • Associazioni di apicoltori o enti naturalistici: possono supportare nella segnalazione e nel monitoraggio, soprattutto se il nido è vicino ad alveari o in zone agricole.

    Inoltre:
  • Vigili del fuoco: intervengono solo se c’è un pericolo immediato per la sicurezza pubblica (nidi in scuole, ospedali, spazi molto frequentati).

  • Dit­te di disinfestazione autorizzate: sono i soggetti principali a cui rivolgersi per la rimozione sicura dei nidi.

  • Zona di Roma: al numero verde 800.854854

 

Approfondimenti

 

Come ricevere consigli e assistenza

  • Iscriviti alla newsletter per ricevere consigli sull’uso delle trappole e sulle esche più adatte alla cattura
  • Scrivici su Whatsapp, su Messenger o su Telegram
  • Se vuoi conoscere l’indirizzo di una rivendita vicino a casa tua, compila il form contatti oppure invia una email a info@taptrap.com

Scopri il nostro VIDEOCORSO GRATUITO!

13 video-lezioni con Pietro Isolan

ULTIMI ARTICOLI

Iscriviti e ricevi subito un coupon di € 5
da utilizzare nel nostro shop online

Come difendere orto e frutteto con Tap Trap
Riconoscere gli insetti dannosi alle piante
Le migliori risorse online utili a chi coltiva

Form Iscrizione Newsletter Sidebar

Iscriviti e ricevi subito un coupon di € 5
 da utilizzare nel nostro shop online

Form Iscrizione Newsletter Popup

NOVITÀ!

Scopri il nostro videocorso gratuito
DIFESA EFFICACE di Orto e Frutteto 
Tanti consigli pratici per prevenire le infestazioni di insetti dannosi in modo ecologico – con Pietro Isolan