TRAPPOLE SELETTIVE PER INSETTI DANNOSI VOLANTI E LUMACHE

DA QUALI VESPE DOBBIAMO DIFENDERCI IN ITALIA

Le vespe sono un tema centrale nel nostro lavoro, e non solo perché divorano i frutti che coltiviamo con tanta cura e pazienza. Il vero problema è che molte di loro sono anche predatrici delle api mellifere, mettendo a rischio la loro sopravvivenza e, di conseguenza, l’equilibrio degli ecosistemi.

L’Italia ospita diverse specie di vespe, alcune autoctone (cioè originarie della nostra terra) e altre invasive (ovvero alloctone, originarie di altri paesi nel mondo) introdotte nel nostro territorio dall’uomo, intenzionalmente o accidentalmente. Tutte svolgono ruoli importanti nel nostro ecosistema, questo non dobbiamo mai dimenticarlo: tutti gli insetti sono utili, anche quelli che possono recar danno quando la loro presenza diventa più che eccessiva. Alcune di queste specie, infatti, possono rappresentare un serio pericolo per le api, specialmente per gli alveari gestiti dagli apicoltori. Conoscere la loro diffusione e il loro comportamento ci aiuta a gestire meglio la loro presenza e a proteggere le colonie di api mellifere. 

“Io sono Maura e mi occupo di come migliorare orto e frutteto per limitare le infestazioni di insetti dannosi. Oggi vediamo come saper riconoscere le vespe ci può aiutare nella difesa di api e frutteto senza impattare sull’ambiente.”

Le principali specie di vespe in Italia

Distinguere tra vespe comuni, calabroni autoctoni e specie invasive è fondamentale per adottare misure di protezione mirate, senza eliminare insetti utili per l’ecosistema. Nell’ultimo decennio l’ attenzione si è rivolta maggiormente verso le specie invasive, ed è comprensibile: il loro impatto sull’ambiente è enorme, una minaccia concreta per la biodiversità e per molte attività umane. Basta guardare il caso della Vespa velutina, un predatore di api che ha stravolto l’apicoltura, non solo in Italia ma anche in Francia, Spagna e in altri paesi europei. Una riflessione importante l’abbiamo fatta al fondo di questo articolo, ti invito a leggerla: ora passiamo alle informazioni più tecniche.

Vespa crabro (Calabrone europeo)

Vespa Crabro

In Italia, è il più grande vespide autoctono che si possa incontrare. Anzi, a voler essere precisi, è il più grande d’Europa. È presente un po’ ovunque nel continente, ma non è lui la principale minaccia per le api: quel primato spetta a specie invasive come la Vespa velutina e la Vespa orientalis. Non è considerato aggressivo, e se punge lo fa solo per difendersi.

Dove si trova
Ama i boschi e le zone rurali, dove passa gran parte dell’anno nutrendosi di sostanze zuccherine, con il rischio di danneggiare i raccolti di alberi da frutto. Può comparire anche in città, ma con minore frequenza.


Rischi per le api
Pur essendo diffuso in tutta Europa – e restando il vespide più grande del continente – attacca gli alveari solo occasionalmente, soprattutto tra l’estate e l’autunno.


Come si riconosce
Il suo aspetto è inconfondibile: corpo robusto, tonalità marrone-rossastra e strisce giallo acceso.

Qui trovi un approfondimento sulla Vespa crabro

 

Vespa velutina (Calabrone asiatico)

Vespa velutina Calabrone asiatico

Arrivata dal sud-est asiatico, la Vespa velutina – conosciuta anche come calabrone asiatico – è un predatore specializzato di api operaie. La sottospecie Nigrithorax, avvistata in Italia per la prima volta nel 2012, si è diffusa rapidamente, mettendo a rischio non solo le api ma anche le colture di frutta matura. Il problema non è solo ecologico: questa specie rappresenta una seria minaccia per gli apicoltori, con un impatto economico significativo, e può rivelarsi aggressiva anche nei confronti dell’uomo.

Dove si trova
È ormai stabile in diverse regioni del Nord e Centro Italia, con avvistamenti frequenti in Liguria, Piemonte, Toscana, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna.

Rischi per le api
La Vespa velutina è una minaccia diretta e spietata per le api mellifere. Non si limita a predarle: le terrorizza. Caccia in volo con una precisione impressionante, afferrando le api operaie al ritorno nell’alveare. Ma il vero danno lo fa con una strategia ancora più subdola: il volo stazionario. Può rimanere immobile davanti all’ingresso dell’arnia per ore, come una sentinella, aspettando il momento giusto per colpire. Le api, paralizzate dalla minaccia costante, smettono di uscire a bottinare e l’intera colonia collassa, non per gli attacchi diretti, ma per la semplice impossibilità di continuare a vivere normalmente.

Come si riconosce
A distinguerla dal calabrone europeo è il suo aspetto più scuro e compatto: il torace è completamente nero e vellutato, con una sottile banda gialla. È leggermente più piccola del calabrone comune, ma osservando da lontano un nido si notano subito le sue sagome scure in movimento. Il dettaglio più distintivo? Le zampe con le estremità gialle.

Qui trovi un approfondimento sulla Vespa velutina

 

Vespa orientalis (Calabrone orientale)

Vespa Orientalis

La Vespa orientalis è uno dei predatori di api più diffusi in Italia, soprattutto al Centro-Sud. A differenza di altre specie arrivate da lontano, non è considerata invasiva: è presente nel nostro territorio da sempre. Negli ultimi anni, però, complice il riscaldamento climatico e l’abbondanza di cibo nei contesti urbani, si sta spingendo sempre più a nord. Dal 2020 sono stati segnalati avvistamenti anche a Trieste, Genova e Firenze.

Dove si trova
Diffusa principalmente nel Sud Italia (Sicilia, Campania e Lazio), in particolare nelle città di Roma, Napoli e Palermo. Nonostante non sia invasiva, la sua presenza sempre più diffusa – soprattutto nelle città – pone nuove sfide dal momento che i rifiuti alimentari di cui le città abbondano sono la sua principale attrattiva.

Rischi per le api
La Vespa orientalis non si limita a predare le api: le loro colonie sono una risorsa alimentare ideale per la sua sopravvivenza poiché le sue larve hanno bisogno di proteine e le api operaie sono un bersaglio perfetto. Il problema, però, non si esaurisce qui. Oltre ai danni diretti sugli alveari e sulla produzione di miele, questo calabrone potrebbe anche diffondere patogeni alle api mellifere, peggiorando ulteriormente la situazione.

Come si riconosce
Nonostante le somiglianze con il calabrone europeo, sia nel comportamento che nella struttura dei nidi, la Vespa orientalis si distingue facilmente per il suo colore: un rosso intenso con una sola banda gialla sull’addome.

 

Polistes spp. (Vespe cartonaie)

Note come vespe cartonaie, sono diffuse in Italia e spesso nidificano in ambienti urbani, come travi e sottotetti. A differenza di predatori più aggressivi come la Vespa velutina, non rappresentano una minaccia significativa per le api mellifere e il loro impatto sugli alveari è minimo. Inoltre, sono meno aggressive nei confronti dell’uomo rispetto ad altre specie di vespe.

Dove si trova
E’ presente in tutta Italia

Rischi per le api
Non rappresentano una minaccia diretta, poiché si nutrono principalmente di insetti dannosi.

Come si riconosce
Si distingue facilmente per il suo corpo snello e le caratteristiche strisce nere e gialle che la attraversano. Un dettaglio distintivo sono le guance gialle e le mandibole, quasi sempre completamente nere. Nonostante queste particolarità, viene spesso confusa con la Vespula germanica, una specie dall’aspetto simile ma con un carattere decisamente più aggressivo.

Vespa germanica (vespa comune)

È una delle specie di vespe più comuni nelle aree boschive e nei prati di tutta Italia. Spesso è vista come un problema, soprattutto per il settore ortofrutticolo poiché si ciba di nettare, frutta, insetti, rifiuti alimentari umani, sostanze zuccherine. Si, sono le classiche vespe che ci “svuotano” i frutti prima di poterli raccogliere!

Dove si trova
È una vespa sociale che vive in colonie numerose, costruendo nidi anche in luoghi riparati come soffitte, sottotetti, cavità nel terreno o anfratti nei muri.

Rischi per le api
Non è particolarmente aggressiva per le api, nutrendosi in prevalenza di sostanze zuccherine.

Come si riconosce
Ha il corpo nero con bande gialle ben definite e tre piccoli puntini neri sulla parte anteriore del capo.

Come monitorare e contenere le vespe dannose

Riassumendo, le vespe che in Italia rappresentano il pericolo maggiore per le api mellifere sono:

  1. Vespa velutina: caccia attivamente le api e attacca gli alveari.
  2. Vespa orientalis: depreda gli alveari, soprattutto nelle aree urbane.
  3. Vespa crabro: predatore occasionale, ma meno distruttivo rispetto alla Vespa velutina.

 

Le vespe cartonaie e le vespe comuni predano occasionalmente le api, ma il loro impatto è generalmente trascurabile.

Eliminare le specie invasive richiede tempo, risorse e un coordinamento su più livelli (locale, nazionale e persino globale). Ma il punto è che arrivare a questo stadio significa essere già in difficoltà. La strategia più efficace, e anche la meno costosa, è la prevenzione, soprattutto quando si parla di specie invasive: impedire nuove introduzioni prima che il problema diventi ingestibile. Perché intervenire dopo è sempre più complicato che fermarle in tempo.

Per affrontare davvero il problema delle specie di vespe dannose alle api o che necessitano un contenimento nella loro diffusione, serve il contributo di tutti: dagli enti pubblici alle aziende, dai ricercatori ai cittadini. Non basta limitarsi a contenere il danno una volta fatto, bisogna prevenire nuovi insediamenti e gestire in modo efficace quelle già presenti. Questo significa adottare comportamenti più responsabili a ogni livello della società, perché solo così possiamo ridurre i rischi e proteggere il nostro territorio da un problema che, se ignorato, diventa sempre più grande e difficile da risolvere.

Veniamo all’aspetto pratico

  • Prevenzione e trappolaggio mirato
    Utilizza trappole specifiche per le vespe sin dalla primavera: il trappolaggio delle regine fondatrici è indispensabile per evitare la formazione di nuove colonie. Questo lavoro fa fatto con costanza ogni anno e si deve sempre avere l’accortezza di proseguire il trappolaggio fino ai mesi autunnali, quando le temperature scendono al di sotto dei 15 gradi. Leggi come fare.

  • Uso corretto delle trappole
    Posizionare le trappole in luoghi strategici, sempre in mezzo al verde e ben esposte al sole, rinnovando le esche regolarmente ogni 15-20 giorni. Differenziare le trappole con diversi tipi di esca adatte alle vespe è un’ottima strategia difensiva.

  • Monitoraggio costante
    Tieni d’occhio le tue trappole: quando arriva il momento di rinnovare le esche, svuota la bottiglia di Tap Trap con un colino e controlla quali insetti hai catturato. Se hai dubbi, scatta una foto e confrontati con altri utenti nelle community online, ad esempio su Facebook. Se invece sospetti la presenza di vespe invasive o hai individuato un nido che ti sembra sospetto, invia la foto alle autorità competenti della tua zona: è un piccolo gesto, ma fa tutta la differenza nel monitoraggio e nel contenimento di specie dannose.

  • Difesa degli alveari
    Adottare tecniche di protezione, come il posizionamento di trappole nel verde circostante a partire da fine febbraio e trappole proteiche nei periodi critici di predazione estiva (puoi trovare qualche consiglio sulla trappola proteica in apiario Sfera Trap).

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Calabroni affamati di proteico: quando le api bottinatrici non bastano, il calabrone asiatico caccia le api direttamente sul predellino dell’alveare – Foto: © Dott. Marco Porporato – DISAFA – www.vespavelutina.eu

Conclusione

Sapere quali specie di vespe vivono in Italia è fondamentale per proteggere le api e gestire la loro presenza in modo equilibrato. Alcune sono preziose alleate, perché tengono sotto controllo insetti dannosi, altre invece possono mettere a rischio interi alveari. La chiave sta nella prevenzione e nel monitoraggio costante: solo così è possibile limitare l’impatto delle specie più pericolose e garantire la salute delle api. 

 

Approfondimenti

 

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